I TRE DESERTI
La nostra prima avventura africana: Raid Tunisino in 4x4 di 2000 km – ottobre 2004.
Dopo anni di fuoristrada nostrano tra boschi e mulattiere, riesco a convincere moglie e figli che è arrivato il momento di fare la prima esperienza africana e toglierci la voglia di sabbia che ogni fuoristradista si porta dentro. Scegliamo un viaggio soft ma che, sulla carta, ha tutti gli elementi irrinunciabili di un viaggio sahariano. Qualche settimana prima della partenza impiego un paio di pomeriggi per una piccola preparazione del mio nuovo Cherokee, cosa che fa già parte del viaggio ed’è molto divertente, ma che per fortuna si limita all’esecuzione di un tagliando presso la mia officina di fiducia, al fissaggio dei bagagli compreso uno scatolotto di cartone con i filtri ed una cinta di ricambio per finire con il montaggio di una radio-trasmittente CB, indispensabile per viaggiare in colonna. Di primo acchitto mi sembra poco per affrontare il Sahara, ma scoprirò durante il viaggio che sulle macchine degli accompagnatori invece c’è una quantità esagerata di materiale ed attrezzatura: cinte da traino, binde, chiavi e ricambi universali, compressori, kit riparazione gomme, scorte di acqua e carburante ed altre diavolerie che possono sempre servire. Arriva finalmente il giorno della partenza e raggiungiamo il porto di Genova per l’imbarco, dove conosciamo le nostre guide e gli altri partecipanti. La nave GNV è molto bella e le cabine sono molto spaziose, anche i nostri due bambini, Aldo e Martina, sembrano gradire e sono molto attratti dall’oblò ma anche dalla sala videogames che hanno intravisto nel salone principale. La traversata scorre tranquilla, e durante il breafing di inizio viaggio le guide, Fabrizio e Luciano, ci danno una montagna di informazioni utili sulla Tunisia e addirittura ci fanno vedere i vari tagli dei Dinari Tunisini, che useremo nei prossimi dieci giorni, e con cui è meglio familiarizzare fin da subito. Sbarcando a Tunisi, fin dai primi minuti passati in dogana, ci troviamo catapultati in un mondo che ha dei ritmi molto diversi dai nostri e inganno l’attesa guardando e riguardando i tanti fuoristrada in fila sotto le pensiline. Appena fuori dal porto ci fermiamo a fare rifornimento e dopo un breve tratto nel caotico traffico di Tunisi via veloci verso sud sull’unica autostrada tunisina, fino a Kairouan, dove finalmente Chiara vedendo il primo albergo, carino e pulito, si tranquillizza. La mattina dopo visita alla Medina ed al Souk di Kairouan, importante centro commerciale e religioso, che scopriamo ricca di fascino, profumi e suoni che ci fanno sentire veramente nel mondo arabo. I ragazzi rimangono affascinati dai banchetti ricolmi di dolci al miele e dalle mille cianfrusaglie mai viste fino ad ora, Chiara invece comincia a fare mille foto. A metà mattina ci avviamo ancora verso sud, alla volta di Matmata, una antica città caratterizzata dalle abitazioni troglodite scavate nella roccia, che si raggiunge con una panoramica strada di montagna. Visita d’obbligo alle abitazioni ancora in uso e a quelle utilizzate come set per Guerre Stellari. Ottima cena tipica, assaggiamo il primo cous-cous tunisino, e pernottamento in albergo, in perfetto stile troglodita. La mattina dopo sveglia di buon ora, ci aspetta finalmente il primo tratto di fuoristrada attraverso l’Hammada, il deserto di pietra. Puntiamo verso ovest e imbocchiamo una pista subito dopo il caratteristico paesino di Chenini, scavato nella roccia. Il fondo è sconnesso e pietroso, ma il panorama è mozzafiato. Attraversiamo piccole valli e presto ci troviamo nel nulla. Solo una lunga infinita pista davanti a noi. La guida si fa accorta per evitare le pietre più grandi, la macchina di Luciano e Fabrizio, che apre la colonna, ci indica la traiettoria ideale e ci fa sfruttare al meglio le lingue sabbiose che per brevi tratti invadono la pista, dando un po’ di sollievo agli ammortizzatori. Una sosta caffè nel bel mezzo del niente ci fa assaporare anche il silenzio assoluto di questi luoghi incantati. Altro tratto di pista e finalmente giungiamo ad incrociare la mitica Pipeline, la strada camionabile che taglia il Grand Erg Orientale fino all’estremo sub della Tunisia, e cominciamo a distinguere all’orizzonte i vasti cordoni di dune e la mitica oasi di Ksar Ghilane “la tana dell’orco”, che raggiungiamo all’imbrunire. L’atmosfera è magica, la sorgente fumante al centro dell’oasi è molto invitante e ci concediamo tutti un bel bagno ristoratore con tanto di thè alla menta gustato a mollo nell’acqua calda. La mattina dopo ancora stupore all’alba, siamo in pieno Erg Orientale e la sabbia ci circonda, fatichiamo un po’ con la sabbia per arrivare al Fortino Romano che dista solo 6 km dall’oasi ma ci catapulta in un mondo antico ed inimmaginabile per noi. Dall’alto dei resti del forte l’oasi di Ksar Ghilane si vede in tutta la sua estensione e finalmente mi chiarisce il concetto di “oasi” ovvero la vita nel nulla. Le nostre ottime guide ci consigliano di tenere d’occhio Aldo e Martina, tra i sassi delle rovine possono esserci pericolosi scorpioni. Purtroppo è già ora di andare ed imbocchiamo proprio da sotto il forte la mitica pista “diretta” per Douz che si rivelerà abbastanza impegnativa a causa di numerosi tratti insabbiati e ricoperti dalle dune che ci costringono a cercare i passaggi. Dopo la lunga ed impegnativa pista finalmente si intravede il famoso “Cafè la Porte du Desert” una baracca isolata che nasconde un piccolo mondo all’interno, animali imbalsamati, migliaia di adesivi, foto ed autografi alle pareti lasciati dai tanti viaggiatori di passaggio che qui cedono al rito del thè alla menta prima o dopo aver affrontato la “diretta”. Siamo ormai a pochi km da Douz, dove arriviamo e ci sistemiamo in albergo. Dopocena passeggiata nel centro della cittadina che effettivamente ha un fascino particolare, una confusione e una attività frenetica poco comprensibile se si pensa che siamo sulle rive del deserto, del nulla. Di buon ora lasciamo Douz e ci avviamo verso il confine con l’Algeria lungo un panoramicissimo asfalto che costeggia il grande lago salato che taglia in due la Tunisia, lo Chott El Jerid. Lo lasciamo per imboccare una pista verso nord che lo attraversa. Dopo qualche km il mio GPS mi dice che siamo dentro il lago, ma intorno a me solo sabbia e pietre. Non capiamo. Fabrizio e Luciano, interpellati per baracchino ridono e mi dicono “aspetta aspetta…”, infatti dopo un po’ iniziano delle distese infinite lisce e ricoperte di sale, ci siamo ecco il terzo deserto: il deserto di sale. La pista si fa umida e le fangaie scivolose e piene di canali durano chilometri, si passa uno alla volta e bisogna concentrarsi nella guida. Qualche equipaggio meno fortunato viene aiutato con spinte me spesso bisogna ricorrere alla strop per liberarsi dalla morsa del fango. Impegnativo ma divertente il tratto fangoso finisce e ci ritroviamo dall’altra parte dell’enorme lago in prossimità di Nefta. Non è finita!!! Altra pista, altra sabbia e come d’incanto nel nulla il villaggio spaziale di Guerre Stellari ancora in buone condizioni. Aldo e Martina impazziscono e devo fotografarli in tutte le case che compongono il set. Alte dune nei dintorni ci permettono di giocare un po’ anche a noi adulti, ma è ora di andare in albergo la giornata è stata lunga. Ci godiamo una meritata doccia ed un’abbondante cena a buffet. La mattina dopo si parte verso nord-est per raggiungere El Jem, con il suo caratteristico anfiteatro gemello piccolo del Colosseo di Roma. Interessanti i piccoli negozi di antiquariato nei dintorni che traboccano di monili in argento, oggetti strani e antichi attrezzi agricoli. Nel pomeriggio raggiungiamo Madia, sulla costa, questa è la Tunisia più turistica ma un giorno di relax ci sta bene e l’hamman regala a tutti veri momenti di goduria e relax. L’indomani ancora verso nord per raggiungere Tunisi, dove ci imbarchiamo velocemente e un po’ tutti abbiamo il tempo di dispiacerci per la fine del viaggio durante le manovre di partenza del traghetto. Una bella avventura che ha sicuramente lasciato un segno in tutti noi, bambini compresi, che siamo rimasti affascinati dalle mille sfaccettature e paesaggi che offre questo paese molto vicino a noi ma anche molto diverso. Un grazie a Fabrizio e Luciano di viaggi4x4.it che ci hanno permesso questa esperienza.